Rappresentato nell’iconografia classica e caratterizzato da un senso di movimento per l’andatura delle vesti e per un leggero scarto laterale del corpo rispetto all’asse. L’Angelo leva il braccio destro verso il cielo (forse a reggere l’asta andata perduta) e tende il sinistro come a proteggere Tobiolo. Le vesti policrome sono caratterizzate da grandi fiori dorati su fondo azzurro nella sopravveste, mentre la sottoveste è decorata con motivi floreali rossi su fondo bianco. Il volto è definito da una folta capigliatura e da lineamenti ora resi inespressivi dalla perdita dei bulbi oculari vitrei. Il corpo rivela una classica compostezza ed un incarnato levigato.
Questi caratteri stilistici inducono ad attribuire l’opera ad autore vicino allo scultore Giuseppe Antonio Lonis, scultore sardo del XVIII secolo, il cui stile evolse dal barocco napoletano al neoclassicismo, con un fine gusto per la policromia ed evidenti retaggi della cultura ispanica. Le sue opere sono numerose nell’isola (Cagliari, Quartucciu, Sanluri, Ales, Seuni, Senorbì), tra le più suggestive: San Saturnino, Sant’Anna, Sant’Andrea, San Sebastiano, nella cattedrale di Cagliari; Sant’Efisio, nell’omonima chiesa cagliaritana.
Bibliografia essenziale
FADDA V., Contributi agli arredi lignei in AA.VV. “Villa dei Greci. Una Villa Greca inedita tra storia, archeologia ed arte”, ed. GRAFICHE DEL PARTEOLLA, Dolianova, CA, 2008 (a cura di Nicoletta Rossi e Stefano Meloni).