Il proto-nuraghe di Sa Corona è sito a 209 metri sul livello del mare. Della struttura originaria, edificata con blocchi di calcare locale, restano alcuni filari di base che raggiungono, nel loro punto più elevato (lato est) l’altezza di m. 1,45. La pianta, leggermente ellittica, mostra un unico ambiente con i diametri esterni nord-sud pari a m. 11,50 e est-ovest pari a m. 10,30.
Le murature (spessore medio di circa m. 1,50) sono realizzate con una doppia cortina di pietre sbozzate riempita da terra compattata. L’ingresso alla torre si apre a sud-sud-est ed ha una larghezza di circa m. 1,50. Osservando a pianta del monumento si nota l’irregolarità del rapporto ingresso-centro della cella, per cui l’ingresso non risulta in asse con il centro della cella, bensì impostato su un asse tangente alla parete interna di sudovest. Per tale motivo non è possibile trovare alcun riscontro con le caratteristiche tipologiche delle costruzioni nuragiche classiche. All’interno della cella è ancora possibile riconoscere parti di un acciottolato realizzato per livellare e rendere agevole il piano di calpestio che nella porzione est della cella è costituito dal piano roccioso naturale.
Il monumento, datato al III millennio a.C, è un unicum tra gli esempi di architettura megalitica pre-nuragica.
La sua importanza è dovuta al fatto che esso viene interpretato come prototipo delle costruzioni su alture per il controllo e il dominio del territorio, tipico dell’età nuragica.
La datazione del monumento a fasi dell’età del rame sarda (calcolitico), si deve agli scavi condotti dal professor Atzeni dell’Università di Cagliari negli anni 1950-60.
In tale occasione vennero rinvenute schegge di ossidiana insieme a piccoli frammenti di ceramiche moderne. Tale segnalazione conferma che l’area dei rilievi calcarei di Sa Corona di Villagreca ha da sempre attirato la presenza umana, per le sue caratteristiche geomorfologiche e per la favorevole posizione geografica.
Purtroppo lo stato di conservazione del riparo sotto roccia che, per sua natura, accoglie uomini e animali in caso di avversità atmosferiche, non permette in alcun modo una definizione cronologica certa.
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